Catanzaro, dalla Serie D alla Serie B: il viaggio di Filippo Pittarello
Fonte: a cura di Stefano Muscatello
Dalla Serie D alla B, senza smettere di sognare: Filippo Pittarello, il viaggio di chi non ha mai mollato: C’è una parola che meglio di ogni altra racconta il cammino di Filippo Pittarello: perseveranza. Una parola che profuma di campi polverosi, di trasferte infinite, di sacrifici silenziosi. Una parola che oggi, finalmente, risuona forte sotto il cielo della Serie B, con la maglia del Catanzaro.
Nato a Padova il 9 ottobre 1996, Pittarello non ha mai percorso strade comode. La sua carriera è iniziata lontano dai riflettori, in Serie D, dove ogni domenica è una battaglia e ogni partita un esame di maturità calcistica. Ma è proprio lì che si forgiano gli uomini prima ancora dei calciatori.
Dai primi passi con il San Paolo fino alle esperienze con Padova e Montebelluna, passando per Correggese, Castelvetro e Imolese, Pittarello ha costruito il suo calcio mattone dopo mattone. Nessuna scorciatoia, solo lavoro. Poi ancora Caronnese e Luparense, tappe fondamentali per crescere, sbagliare, imparare. Con Virtus Verona e Cesena il salto di qualità, con Feralpisalò e Cittadella la conferma di poter stare tra i professionisti veri, quelli che non mollano mai.
Oggi, a Catanzaro, quella lunga gavetta ha trovato un senso profondo. Negli ultimi cinque match, Pittarello è stato decisivo, incarnando lo spirito di una squadra che non si arrende e di una piazza che sogna. Ogni pallone mandato in rete, ogni pallone recuperato, ogni inserimento, ogni gesto semplice ma concreto racconta una storia di riscatto e maturità.
La Serie B non è un traguardo, ma una tappa. Perché chi è partito dalla Serie D con umiltà e fame sa che i sogni veri non hanno paura del tempo. Il sogno si chiama Serie A, e non è un’illusione: è una direzione.
Filippo Pittarello è la prova che il calcio sa ancora essere una metafora di vita. Che con il lavoro, la pazienza e la fiducia in se stessi si può arrivare lontano. Magari non nel modo più veloce, ma in quello più autentico. E a volte, proprio per questo, più bello.